La Dreamcast è stata una famosissima console videoludica a 32-bit prodotta nell'arco di tempo che va dal 1998 al 2000, dalla nota casa produttrice SEGA, una società multinazionale giapponese con sede a Tokyo che si adopera nel campo informatico e dei videogiochi.
Può essere considerata la prima tra le console di sesta generazione, della quale fanno parte anche la storica Playstation 2, ma anche il Game Cube e l'Xbox, mentre rappresenta invece l'ultima console domestica prodotta e messa in commercio dalla SEGA, che dopo 18 anni decide di dedicarsi solamente allo sviluppo di videogiochi.
La console che precedette la Dreamcast fu la Sega Saturn, che influì molto sulle decisioni che vennero prese sull’elaborazione della sua succeditrice, la console di quinta generazione infatti ebbe molto successo, ma contemporaneamente fu soggetta a molte critiche per il costoso hardware utilizzato, fu proprio per quest'ultimo motivo che per la produzione della Dreamcast si decise di utilizzare delle componenti OTS, ovvero off-the-shelf, che sono finalizzate al mercato di aziende di sviluppo e hanno quindi prezzi inferiori, per riabilitare l’economia della società giapponese.
Il periodo che precedette la fabbricazione della console vede anche una riorganizzazione dell'azienda giapponese, che venne divisa in due gruppi i “Blackbelt” e i “Dural”.
Furono quest'ultimi che, sotto il controllo del creatore della Genesis Hideki Sato, svilupparono il prototipo della Dreamcast, internamente denominata “Katana”.
Entrando più nello specifico il grazie al gruppo di Hitachi, le componenti principali utilizzate furono: come processore centrale il SuperH 4, idealizzato proprio da Sato negli anni novanta, mentre come GPU, ovvero unità di elaborazione grafica, il PowerVR prodotto dalla NEC (Nippon Electric Company), infine come supporto di memoria si optò per il GD-ROM, in questo caso la SEGA si fece aiutare dalla famosa azienda di strumenti musicali e motociclette, per permettere alla console di contenere 1GB di dati e di leggere MIL CD, un compact disc ottimizzato per la musica.
La Dreamcast venne lanciata nel mercato giapponese il 27 novembre 1998, in quello americano ed europeo un anno dopo a causa della mancanza di componenti al prezzo di 199,99 dollari.
In Giappone la console ebbe molto successo, negli Stati Uniti 300.000 preordini e 500.000 unità vendute in solo due settimane, superando i risultati della prima PlayStation, mentre in Europa vennero distribuiti circa 400.000 pezzi.
Il successo del primo anno però, fu probabilmente dovuto all'uscita di numerosi videogiochi come Soulcalibur e Hydro Thunder, ma l'entusiasmo con lo scorrere del tempo, tra alti e bassi, diminuì radicalmente, fino a quando con un massimo di 9,13M copie vendute il 30 marzo 2001 la sua produzione terminò.
Le cause furono probabilmente l'impatto con il lancio della PlayStation 2 e l'imminente crisi aziendale che non permise una produzione fluida delle console.
Per quanto riguarda l'estetica della console, la Dreamcast si presenta in forma quadrangolare che posa su 4 piedini, con la base superiore inarcata, decorata con il logo della SEGA, che in Giappone era arancione mentre in Europa venne riprodotto blu, e sulla quale si trova il lettore dei dischi, che nel tipico stile anni novanta si apriva a libro.
Sul lato posteriore ci sono le uscite per il cavo di alimentazione e per i cavi RCA, mentre in quello frontale troviamo le quattro uscite per il Pad, il quale ha una forma molto particolare, può essere definito un quadrato con due spuntoni inferiori che facilitano la presa e una parte rotonda sul lato superiore. Il controller comprende quindi un pulsante principale di forma triangolare al centro, sul lato sinistro la tipica croce dei tasti direzionali ed un'unica levetta analogica, sulla destra invece i quattro pulsanti fondamentali A, B, X, Y, nei classici colori rosso, blu, giallo, verde, infine la parte superiore è definita dal logo e da un mini-schermo.
Nella confezione inoltre viene fornito anche un piccolo telecomando con 5 pulsanti di differenti dimensioni e un altro mini-schermo.
Tutti e tre i pezzi hanno una cosa in comune, il colore, si tratta di un bianco tendente al grigio che si contrapponeva alle tonalità scure dei rivali della Sony, che da sempre hanno prodotto console di colore nero, tranne nell’ultima uscita della PlayStation 5.
Bisogna ricordare che le colorazioni della console furono molte e diverse tra loro, per esempio alcune edizioni speciali come la Dreamcast Pearl Blue, Dreamcast Super Black, Dreamcast Pearl Pink, Dreamcast Metallic Silver, oppure alcune collaborazioni come quella con Hello Kitty, in due versioni rosa e blu, molto particolare perché venne utilizzata una plastica attraverso la quale si potevano vedere le componenti e i circuiti della console, o anche quella verde metallizzata disegnata da Maziora, un designer specializzato nelle livree delle auto da corsa e la Sonic Limited Edition, che prevedeva l’accostamento il blu e nero e l’utilizzo del logo Sonic al posto di quello della SEGA.
Quest'ultima edizione fatta in onore di Sonic fu probabilmente una di quelle che ebbe più successo, dal momento che Sonic Adventure fu il gioco più diffuso per la console Dreamcast (2,5M di copie), ma degni di nota sono anche Soulcalibur, Street Fighter III 3rd Strike e anche alcuni giochi che ancora al giorno d’oggi giochiamo in versioni remake o in capitoli nuovi come Tony Hawk’s Pro Skater e Resident Evil: Code Veronica.
Un’ultima curiosità che merita di essere ricordata è che il Re del pop di tutti i tempi Michael Jackson era un amante della SEGA e in particolare della Dreamcast e della Genesis, al punto da collaborare distinte volte: con il gioco Moonwalker, con la colonna sonora di Sonic 3, ma anche in Ready To Rumble 2 come personaggio selezionabile e in Space Channel 5 Part 1 & 2 come coprotagonista.
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