Dati tecnici:
Nel 1984 la Commodore disponeva del VIC-20, destinato alla fascia bassa di mercato, e il più costoso Commodore 64, dotato di prestazioni migliori. L'allora presidente Jack Tramiel decise di completare l'offerta realizzando un home computer che si posizionasse a metà strada tra i due, in una fascia di prezzo che si aggirasse intorno ai 100 dollari; si temeva, inoltre, che alcuni costruttori giapponesi avrebbero realizzato dei computer di fascia medio-bassa, facendo crollare i prezzi, previsione che non si realizzò perché questi si dedicarono al settore delle console da gioco.
Gli ingegneri della Commodore si misero, quindi, al lavoro e progettarono una nuova famiglia di computer, chiamata Commodore 264, progettata specificatamente per applicazioni da ufficio, che comprendeva il Commodore Plus/4, come modello di punta; il Commodore 16, come modello intermedio e il Commodore 116 come modello economico. Nonostante ciò, la vita commerciale del Commodore 16 fu molto breve: negli Stati Uniti fu, infatti, tolto dal mercato quasi subito ed ebbe una buona diffusione solo in Europa. Ne furono venduti circa 1.200.000 e la produzione cessò verso la fine dello stesso anno (1984). Probabilmente lo scarso successo fu dovuto al fatto che il computer risultava incompatibile con le periferiche disponibili per gli altri modelli Commodore a causa della diversa forma dei connettori.
Per realizzare il Commodore 16 fu ripreso il design del VIC-20 e del C64, il computer ha, infatti, una forma rotondeggiante ed è di colore nero con i 66 tasti grigio chiari e l'alimentatore esterno a 9 Volt.
Per quanto riguarda il processore, il Commodore 16 è basato su una CPU denominata MOS 7501/8501, che lavora a una frequenza di 0,89 o 1,78 MHz, dotata di un canale I/O bidirezionale con cui gestisce il bank switching, tecnologia che permette di gestire contemporaneamente i diversi banchi di memoria visibili alla CPU. In questa maniera, però, dei 16 kB di memoria RAM totali disponibili, l'utente ne può utilizzare solo 12, molto meno rispetto a quella del Commodore 64, che disponeva di 38 kB.
Affiancato alla CPU è presente un altro chip per la gestione sia grafica sia sonora, chiamato TED 7360, che dispone di 5 modalità video diverse. L'accesso alla modalità grafica riduce, tuttavia, la memoria disponibile dei 10 kB necessari a memorizzare i dati dell'immagine, rendendo di fatto impossibile scrivere programmi grafici complessi. I colori disponibili sono ben 121, molti di più rispetto ai 16 del Commodore 64. Ciò è reso possibile dal fatto che il TED è in grado di cambiare la luminosità del colore: in questo modo si hanno, infatti, 8 tonalità per ciascuno dei 15 colori di base più il colore nero. Il TED, tuttavia, non è, invece, capace di gestire gli sprite via hardware; di conseguenza, i videogiochi del C16 sono sempre stati ad un livello qualitativo molto inferiore rispetto a quelli prodotti per gli altri modelli Commodore. Per quanto riguarda l'audio il TED può, invece, integrare solo 2 generatori sonori che sono capaci di generare solo onde quadre o rumore bianco, dal momento che che il Commodore 16 era stato studiato più per un lavoro da ufficio che per i videogiochi. Per rendersene conto basta considerare che dispone di ben quattro programmi tipicamente da ufficio, come un editor di testo ed un foglio elettronico.
La memoria consisteva di 16 kB d RAM e 32 kB di ROM. La RAM è la memoria volatile destinata a contenere i programmi, ma, come già detto, di questa solo 12 kB sono utilizzabili: i primi 4 kB sono, infatti, occupati dal sistema per i registri mappati in memoria, i puntatori a varie funzioni, i buffer di I/O e lo stack e dalla memoria video per la modalità testuale. La RAM utile, inoltre, scende ulteriormente fino a soli 2 kB quando si attiva la modalità grafica perché il TED mappa nella RAM utente il buffer grafico, togliendo altri 10 kB. Nei 32 kB di ROM sono, invece, stipati tutti i dati necessari al funzionamento del computer, cioè il sistema operativo, i font, il monitor in linguaggio macchina e tutte le routine accessorie. Il set di caratteri deriva dal set PETSCII, già usato da Commodore su precedenti modelli, che comprende, a differenza di altri set dell'epoca, caratteri sia alfanumerici sia semigrafici. È, inoltre, costituito da due mappature differenti: una per la modalità maiuscola ed una per quella minuscola.
Il sistema operativo del Commodore 16 è costituito da tre parti: il KERNAL, l'interprete BASIC 3.5 e l'editor di schermo. Il KERNAL occupa 8 kB di ROM ed è composto da tutte le routine di basso livello per il controllo dell'hardware del computer, come l'I/O, lo schermo e le periferiche. Il livello software superiore al KERNAL è costituito dall'interprete del Commodore BASIC 3.5 che si occupa di eseguire i comandi impartiti richiamando le routine del KERNAL necessarie al compito da svolgere. Questa versione del Commodore BASIC introduceva importanti novità, tra cui le istruzioni specializzate per eseguire il disegno di varie forme geometriche (cerchi, ellissi, triangoli, ottagoni, rettangoli), punti e linee. Infine, lo schermo è gestito come un editor, mediante il quale l'utente può comandare direttamente il computer. Per esempio, alla pressione del tasto "RETURN", il testo scritto sulla riga dove è presente il cursore viene interpretato dall'editor di schermo: nel caso in cui è riconosciuto un comando, questo viene, infatti, eseguito immediatamente dall'interprete BASIC. Se, invece, la riga inizia con un numero, l'editor di schermo la interpreta come una riga di "listato" e la memorizza in un'apposita area di memoria dove risiede il programma dell'utente.
Come già accennato, il Commodore 16 presentava molti connettori specifici così che quasi nessuna delle periferiche in circolazione per gli alti modelli Commodore poteva essere utilizzata con questo computer. Chi aveva già un computer Commodore doveva, quindi, ricomprare ogni periferica, dal registratore alla stampante al lettore floppy, persino i connettori dei joystick erano diversi e non standard.
La scarsa dotazione di memoria e la presenza di un audio di basso livello non facilitarono lo sviluppo di software. I giochi, creati in discreta quantità, erano di livello inferiore a quelli del C-64, nonostante ciò si ebbero diversi titoli, molti originali ed anche alcune conversioni di giochi famosi come Paperboy, Bomb Jack o Ghosts 'n Goblins. Nonostante le forti limitazioni hardware, infatti, molti dei programmatori si ingegnarono per riuscire a far stare i loro videogiochi nei pochi kB disponibili; e, di fatto, la quasi totalità del software commerciale prodotto per la serie 264 si accontentava dei 12 kB del Commodore 16.
Anche a livello delle riviste l'interesse fu assai modesto: solo quelle dedicate esclusivamente ai computer Commodore, come la nota Commodore Computer Club, dedicò spazio a questo computer pubblicando liste di programmi.
Fonti:
https://it.wikipedia.org/wiki/Commodore_16
https://www.old-computers.com/museum/computer.asp?c=97&st=1
https://www.storiainformatica.it/commodore/22-company/commodore/61-commodore-16
https://www.associazione64.it/home/il-commodore-16/